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Nuovo prodotto

Poesie di Mirella Santoniccolo

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14,00 € tasse incl.

Recensioni

Valutazione 
18/08/2020

LETTO E RECENSITO

VOLI (in) VERSI di Mirella Santoniccolo (Bertoni Editore)

Donna
Flette ad ogni soffio
Come un esile giunco
Piegato alla madre terra,
risale altera forte del suo essere

Ogni poeta esprime il suo sentire tramite emozioni lontane che si destano nel comporre. Trascrive, conscio o meno, il suo travaglio emotivo lasciandolo trapelare nei suoi versi… Ogni frammento del suo “sé” rinasce nelle sue trame di pensieri spesso intricati che, come gomitoli di lana, si dipanano sulla carta rendendo il concetto lineare nella sua interezza.

In questa raccolta scopro poesie che toccano le corde più alte della femminilità, dove l’autrice, in perenne ricerca del suo essere, riporta versi intrisi di passione. Si denota grande femminilità in queste liriche. Versi di una donna avida d’amore, che riporta con garbo le sue sensazioni più intime e mostra tutto il suo trasporto.

L’amore parla in ogni sua lirica … una ricerca perpetua di quella mancanza che apre nel lettore le porte dei suoi ricordi… dei suoi sogni.

L’autrice sviscera paure e desideri; apre al suo stato emotivo.

Le sue poesie scorrono e lasciano qualcosa nel lettore; non scivolano del tutto via dai pensieri… Occorre scindere da poesie fuggevoli, dimenticate voltando pagina, ad altre che restano, come in questo caso.

Versi (in) versi ripercorre la silenziosità della lettura, la bella lettura, quella che curata che placa gli animi e i pensieri e ti porta a fuggire con essa, rapendo la tua attenzione…

Tra queste pagine si esalta l’amore, la bellezza dell’attesa, il timore della perdita, del tempo che fugge e quella sensazione nostalgica che tocca il cuore di ogni donna in cui brama e timore si mescolano, portando al lettore versi seducenti e colmi di desiderio…

“I tuoi occhi accessi
Scrutano
Penetrano
Profondi nella carne
E immobili mi percorrono”.

L’autrice sa arrivare al cuore del lettore, portando i suoi versi a scuotere i sensi altrui.

Valutazione 
02/06/2020

Come una visione olistica…

Intensa e passionale è l’opera poetica Voli (in) versi (Bertoni Editore, anno di pubblicazione 2019, pagg. 110) dell’autrice Mirella Santoniccolo. L’autrice costruisce un discorso poetico caratterizzato da una metrica originale, pervasa da sonorità e assonanze velate. Assonanza intesa non solo nel suo significato di forma di rima imperfetta, ma anche in senso figurativo come somiglianza armonica di suoni e colori. Le frasi scelte, i vocaboli, il lessico tutto sono dimostrazione concreta di un raffinato talento dell’autrice nel riuscire a creare una delicata musicalità. Il discorso poetico rivela sentimenti e riflessioni di vita reale ma anche fantasiosi, nella dimensione immaginifica del sogno inteso come evento desiderato. La Santoniccolo vive nella cosciente finitezza di un passato ormai lontano e nella necessità di fissare le sue emozioni nell’attimo presente con lo sguardo rivolto al futuro, sempre colorato di speranze, di desiderio teso, quindi, inevitabilmente all’altrove. Da una parte scopriamo un’anima “paziente”, una spettatrice che osserva il veloce scorrere della vita, in disparte, quasi come fosse in piedi, inerme, al di qua della finestra del suo presente: «Volge il tempo / nella corsa strenua / verso nessuna meta / ed io unica passeggera / osservo la vita / da un vetro appannato / dove scrivo le mie memorie.» (Dalla poesie Volge il tempo). È uno stato d’inerzia, quello che a volte fa capolino nei versi della scrittrice, quasi un senso d’impotenza di fronte ad una realtà che sembra essersi scordata dei suoi palpiti, del suo bisogno di sentirsi viva mentre ne subisce sofferente il veto nella speranza di una via di fuga, come emerge dalla poesia Sabbie mobili: «Ingannevole è lo spazio / nella molle inerzia, / fermenta, / affonda, / nello speme movimento / d’una via d’uscita.» In questa inerzia imposta l’autrice pare arenarsi avvilita dalla mancanza d’amore e di gesti d’affetto, ora, solo dolce/amaro ricordo che scaldavano il cuore: «E intanto le carezze gravitano / sospese in un limbo sterile, / avvizzite come foglie secche / accartocciate ad un ramo / ... /». (Dalla poesia Sospesa). L’autrice sembra rimproverare anche il destino che ignora il suo volere mentre procede sordo e cieco nel suo disegno: «Decidi, / disfi, / rimescoli, / ma vuoi una buona volta / interpellarmi? / Visto che è con la mia vita che giochi?» (Dalla poesia Destino). Ma l’anima paziente dell’autrice ad un certo punto, stanca di questa insofferenza scalpita, facendo sentire tutta la sua forza interiore, rivendicando il diritto di essere ascoltata, appagata perché non si può vivere un’intera vita da spettatrice, nell’attesa; si ha il bisogno di avvertire sulla pelle il brivido di emozioni forti, di sentirsi protagonisti del proprio esistere, assaporando ogni attimo che solo se intenso può diventare eterno. Un grido, il suo, che non ammette più rimandi: «Voglio spazi per dissetarmi l’anima / e cieli puliti per respirare gioia, / necessito di luce pura e di ali nuove / per viaggiare ancora più in alto / dove non c’è bisogno di dormire / per riuscire a sognare.» (Dalla poesia Più in alto). L’autrice ricerca una sua dimensione spazio-temporale che possa rinfrancarla e sembra trovarla proprio nella poesia che le consente di volare, osando anche nel suo esprimersi attraverso il bisogno di passionalità di cui sono intrisi diversi suoi componimenti. Ed è così che la poetessa dimostra come l’appagamento spirituale, quello dell’anima, seppur così importante rimanga monco se non vi è anche quello del corpo a dare un senso di completezza al perché del nostro esistere secondo un’idea olistica. Siamo anima e corpo di un respiro unico che anela al piacere, inteso come benessere, stato di pace e di “equilibrio” di cui abbiamo bisogno affinché la vita sia degna di essere vissuta. Non ci può essere una sola primavera a ricordarci di esser vivi. Non bastano i ricordi sublimati dalla poesia a quietare l’ardore che scorre nelle vene: «Incerto è il gorgheggio dell’usignolo, / quando non sa per chi cantare / e inutile è l’attesa / quando non si riconosce l’ora dell’arrivo. / Ombre spente / disperse nel buio dei giorni, / sono opache luci lontane / che non hanno dimora. / Eppure è di questo tempo / che inseguo ancora il sogno, / non riuscirà il freddo / a fermare il volo di una rondine.» (Dal componimento Voli di poesia). E la poetessa è proprio quella rondine che cerca altre primavere, nuove oasi di felicità che le consentano di avvertire i brividi dell’amore in tutta la loro completezza e sensualità. «Spalanca al desiderio le mie stanze / hai la chiave dell’amore / e vestirmi di te pelle su pelle / e col respiro prendimi il cuore. / Sospirami i brividi su carne / con baci intrisi di rugiada / ... /» (Dalla poesia Vestimi di te). E ancora: «Mi raggiunge la tua visione / ad impazzirmi il corpo / e nelle vene esanguo / di fuoco vivo addosso.» (Dalla poesia Desiderio). L’amore passionale, il tempo, la speranza non sono, tuttavia, gli unici argomenti dell’opera poetica della Santoniccolo. Una tematica molto sentita dalla poetessa è di certo quella che riguarda la preoccupazione per i mali di un mondo ormai in rovina, in crisi: «... / ma cosa è mai il sentirsi aria / quando tutto intorno è terra. / Terra che brucia, / sotto il rumore delle bombe / che soffrono le grida di piccoli uomini / ... /» (Dalla poesia Orme di speranza). Non poteva mancare nella poetessa il senso della fede espresso nel suo sguardo all’infinito, all’immenso, all’azzurro cielo oltre il quale l’autrice si interroga sui perché esistenziali: ci sarà un senso? Forti le emozioni suscitate dalla lettura di questa silloge. Una raccolta poetica davvero ben riuscita.

Valutazione 
02/06/2020

Recensione dell'opera Voli (in) versi

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https://www.scritturaviva.it/446098373

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