9788855355087
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di Massimo De Tommaso
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L'anima di un violino
di Massimo De Tommaso
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Una donna dei sogni e un violino sono i protagonisti delle poesie che Massimo De Tommaso raccoglie in questo volume, dal titolo ammaliatore per qualsiasi musicista, ma non solo: "L'anima di un violino" (Rime sulla quarta corda e alcune brevi prose). Al centro c'è la magia dell'amore, il senso della vita del poeta. Al tempo stesso, De Tommaso lascia che il violino e il suo suono etereo attraversino come un fi lo rosso, o piuttosto un basso continuo, quasi tutte le sue liriche. Il violino appare come leitmotiv nei contesti più diversi, spesso sorprendenti, accompagnando il protagonista in tutte le situazioni e gli stati d'animo.
L’anima di un violino – Rime sulla quarta corda e alcune brevi p
Nella silloge precedente, “Viaggiatore senza biglietto”, Massimo De Tommaso con i suoi versi romantici, struggenti ci fa salire su un ‘treno’ dei sogni sul quale per poter viaggiare non occorre procurarsi un biglietto; è sufficiente lasciarsi trasportare attraverso spazi sconfinati per ammirare albe senza sole, notti senza stelle, e attendere un abbraccio che il mare fatto di spuma e di salsedine, potrà donare. Su quel treno immaginario e da me immaginato viaggia anche la donna dei sogni: una donna eterea, sensuale, ammaliatrice e quasi irraggiungibile. Immagine femminile che ritroviamo anche in questa ultima raccolta, dove la solitudine e la malinconia sono accompagnate dal suono di un violino.
‘Mentre io diventerò/il cuore di un abete che vivrà/nell’anima di un violino/per raccontare alla notte/ tutte le volte che/ per sognare la dolcezza/ho cercato lo spartito/tra le pagine dei tuoi occhi’. Nei versi di questa bella lirica che apre la raccolta e dà il titolo alla silloge il poeta diventa un tutt’uno con lo strumento, così da rendere più forti, quasi sonore le vibrazioni del suo cuore innamorato. ‘Cammino sulla corda/di un violino/che trema alla stessa/frequenza del mio cuore.’
Il violino e una donna agognata rappresentano il filo conduttore, il tutto permeato da lunghi silenzi. ‘Non chiedo al tuo silenzio/di rubare per me/quelle note che il mio violino/non è mai riuscito a suonare.’ E proprio in quel silenzio surreale si aprono ‘le finestre della mia prigione’ declama l’autore in “Un’oasi inattesa”.
Al termine della carrellata di versi romantici, malinconici, nostalgici, ricchi di metafore naturalistiche e marine Massimo De Tommaso ci regala delle piccole e deliziose chicche in prosa. Piccoli racconti teneri e al contempo appassionati ambientati in un tempo passato, ma emozionalmente presente.
Dopo queste concise considerazioni invito sia gli amanti della poesia che della prosa ad assaporare verso dopo verso, parola dopo parola, questa bella e struggente silloge edita da Bertoni.