Un'onda Näytä suurempana

Un'onda

9788855356367

Uusi tuote

50 Tuotteet

18,00 € sis. alv

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Arvosana 
2024-06-20

lo sguardo interiore e la prospettiva

Leggere i libri di Andrea Crestale è una scoperta profonda in senso lato.
Con “Un’onda” stiamo partendo per un viaggio insolito in un libro altrettanto insolito, dalle frasi brevi come frecce, agili, come passi di polka e ritornelli di saggezze inaspettate e di inconsapevole poesia.
Ha il sapore di un diario, redatto con carattere maschile, in prima persona e al tempo presente.
Lo stile è deciso, conciso eppure ricco di descrizioni, metafore a pioggia,
rivelatore di raffinate tecniche di scrittura creativa.” (cit.)
“Un’onda” è diverso dai libri precedenti.
Dal simbolismo delle immagini che crea emozioni e suggestioni de “Il viaggio, gli stivali e lo zaino”, dove siamo passati fin dalle prime pagine tra i gran canyon delle introspezioni, figlie di altre introspezioni profonde, con cornici di paesaggi, contorni di formaggi, marmellate, sigarillos e rum, donne premonitrici, svelate e apparizioni, amici presenti o incuranti tra “ macerie di una cena e una selva di bottiglie ormai vuote”; borghi le cui “ pietre portano la storia sulle spalle” ,
Andrea ci proietta, con questo romanzo, nell’arte metafisica, ogni pagina è come ti convogliasse dentro un quadro di De Chirico.
Non so se definire questo libro un piccolo capolavoro di Andrea Crestale, per la bravura che dimostra nel rappresentarci i soggetti in prospettiva.
Troverete spesso nel libro la parola Prospettiva:
“Cammino con vigore e intanto cerco la prospettiva.

«Hai bisogno di salire. Cercare un punto di vista nuovo, più alto. Avere così una prospettiva più ampia.

Solo qualche lontano paese inerpicato sulle alture circostanti pretende, con finta indifferenza, di travestirsi da presepio distogliendomi, di tanto in tanto, dal fascio di luce del fanale della moto che scava il nero della prospettiva. La solitudine viene da lontano, mi insegue, è diventata estenuante, non è come la stanchezza alla quale ogni tanto si può rimediare”
Ed è in questa prospettiva che seguiamo Francesco, il protagonista, negli incontri con gli altri personaggi in questo viaggio difficile e surreale, contemporaneamente fuori e dentro sé stesso, nel presente e nel passato, in due piani dello stesso racconto.
L’autore ci fa vedere tutto e tutti di questa storia in modo dettagliato, nitido e statico. Ma al lettore viene da osservare da lontano un altro contesto. Un contesto che ha qualcosa di straniante e che lo spinge ad andare oltre la pura e semplice descrizione/raffigurazione realistica.
Andrea Crestale spinge il lettore in prospettiva fino alla parola “abbracciami”, che troviamo poche pagine prima della parola “fine”.
Il finale riconsegna alla tela metafisica un movimento, tutto si anima e diventa certezza, l’unica certezza posseduta dall’Uomo.
Nel finale, il lettore, al di là dei luoghi enunciati con precisione geografica nel testo, scoprirà dove Francesco, il protagonista, si trovasse, dove avesse indugiato, vagato, e alla ricerca di chi e di che cosa fosse andato.
Ho terminato quest’ultima frase con un punto fermo, ma mi chiedo se sarebbe più giusto terminasse con un punto di domanda, tale è la forza delle introspezioni nell’osservazione di tutto ciò che è stato esterno al sé di Francesco e che gli inglesi chiamerebbero extrospection, in quel suo viaggio fisico e metafisico, che ritorna alla mente, emoziona e interroga.
«Perché il passato diventi tale devi lasciarlo alle spalle, ma per questo bisogna vederlo e riconoscerlo. “Mi viene detto” che sei come in un cinema. In una multisala, ma ti trovi nella sala della proiezione sbagliata. Quando è finito il tuo film sei rimasto dentro dove non si sta proiettando niente. Tu aspetti che riparta il tuo film. Ma non è più il tuo. Sei solamente al buio. Ora con calma, anche se sei avvolto dall’oscurità, dirigiti verso l’uscita. Non attendere che si accenda la luce, cambia sala. Vai in quella giusta. Lì vedrai il tuo nuovo film.» Da Un'onda di Andrea Crestale.

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